Il cancro del polmone è una delle prime cause di morte nei Paesi industrializzati; in Italia è la prima causa di morte per tumore negli uomini e la seconda nelle donne, con quasi 34.000 morti in un anno.
Prevenzione e fattori di rischio
Il più importante fattore di rischio per il tumore del polmone è rappresentato dal fumo di sigaretta: esiste infatti un chiaro rapporto tra questa abitudine e la malattia, e ciò vale anche per l’esposizione al fumo passivo. Il rischio relativo dei fumatori di ammalarsi di tumore al polmone aumenta di circa 14 volte rispetto ai non fumatori e addirittura fino a 20 volte se si fumano più di 20 sigarette al giorno. Il fumo di sigaretta è responsabile di 8-9 tumori del polmone su 10, ma anche cancerogeni chimici come l’amianto (asbesto), il radon e i metalli pesanti sono fattori di rischio per questa malattia, soprattutto per quella parte di popolazione che viene a contatto con queste sostanze per motivi di lavoro: si parla in questo caso di esposizione professionale. Aumentano il rischio di ammalarsi anche l’inquinamento atmosferico, casi di tumore del polmone in famiglia (soprattutto nei genitori o in fratelli e sorelle) e precedenti malattie polmonari o trattamenti di radioterapia che hanno colpito i polmoni (magari per un pregresso linfoma).
Tipologie
Due tipi principali di tumore del polmone che insieme rappresentano oltre il 95 per cento di tutte le neoplasie che colpiscono questi organi: il tumore polmonare a piccole cellule (detto anche microcitoma, categoria di cui fa parte il 10-15 per cento dei casi) e il tumore polmonare non a piccole cellule (il restante 85 per cento circa).
Il tumore a piccole cellule, o microcitoma si presenta in genere nei fumatori, mentre è molto raro in chi non ha mai fumato. La sua prognosi è peggiore rispetto a quella del tumore non a piccole cellule anche perché la malattia si diffonde molto rapidamente ad altri organi.
Il tumore non a piccole cellule è a sua volta suddiviso in tre principali tipi:
- il carcinoma spino-cellulare rappresenta il 25-30 per cento dei casi e nasce nelle vie aeree di medio-grosso calibro dalla trasformazione dell’epitelio che riveste i bronchi, provocata dal fumo di sigaretta. È il tumore polmonare con la prognosi migliore.
- l’adenocarcinoma rappresenta circa il 60 per cento dei casi e si localizza, al contrario dei precedenti, in sede più periferica e cioè a livello dei bronchi di diametro minore. È il tumore polmonare più frequente tra chi non ha mai fumato.
- Il carcinoma a grandi cellule è meno frequente (10 per cento) e può comparire in diverse aree del polmone. In genere tende a crescere e a diffondersi piuttosto rapidamente.
Nel restante 5 per cento dei casi il tumore non prende origine dall’epitelio ma da tessuti diversi, come il tessuto endocrino (carcinoide polmonare) o linfatico (linfoma polmonare).
Sintomi
Il tumore del polmone in molti casi resta asintomatico nelle fasi iniziali; infatti, a volte la malattia viene diagnosticata nel corso di esami effettuati per altri motivi. Quando presenti, i sintomi più comuni del tumore del polmone sono tosse continua che non passa o addirittura peggiora nel tempo, raucedine, presenza di sangue nel catarro, respiro corto, dolore al petto che aumenta nel caso di un colpo di tosse o un respiro profondo, perdita di peso e di appetito, stanchezza, infezioni respiratorie (bronchiti o polmoniti) frequenti o che ritornano dopo il trattamento.
Il tumore inoltre può diffondersi per contiguità alle strutture vicine (la pleura che riveste i polmoni, la parete toracica e il diaframma), per via linfatica ai linfonodi o attraverso il flusso sanguigno. Quasi tutti gli organi possono essere interessati dalle metastasi – fegato, cervello, surreni, ossa, reni, pancreas, milza e cute – dando origine a sintomi specifici come dolore alle ossa e ittero, sintomi neurologici come mal di testa o vertigini, e noduli visibili a livello cutaneo.
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Diagnosi
Radiografia al torace, TAC e PET, ma per arrivare a una diagnosi certa è necessario effettuare una biopsia – prelievo di un frammento di tessuto tumorale – e il successivo esame istologico, cioè lo studio al microscopio del frammento prelevato. Per avere un quadro più preciso della situazione, il medico può prescrivere la broncoscopia, con cui si riesce a visualizzare l’interno dei bronchi grazie a un sottile tubo inserito attraverso la bocca, utile anche a eseguire prelievi del tessuto senza ricorrere all’intervento chirurgico.
Evoluzione
In Italia, solo il 16,4 per cento degli uomini e il 22,7 per cento delle donne con tumore del polmone è vivo a 5 anni dalla diagnosi. La sopravvivenza è influenzata negativamente dal fatto che la malattia è quasi sempre diagnosticata quando il tumore è in stadio avanzato e che le terapie farmacologiche utilizzabili nelle fasi avanzate della malattia danno benefici spesso solo transitori.
Come si cura
Tumore non a piccole cellule: la chirurgia rappresenta la terapia di scelta più comune, a meno che non siano già presenti metastasi a distanza. La radioterapia è utilizzata da sola o in combinazione con la chemioterapia nei casi in cui non sia possibile procedere con la chirurgia, a causa delle caratteristiche del tumore o dello stato di salute del paziente. Nei pazienti già operati ad alto rischio di recidiva e con malattia in stadio avanzato o che hanno sviluppato metastasi, si utilizzano le terapie farmacologiche. Radioterapia e chemioterapia possono essere utilizzate prima dell’intervento chirurgico (terapia neoadiuvante) per ridurre le dimensioni del tumore o dopo l’intervento (terapia adiuvante) per eliminare le eventuali cellule tumorali rimaste. Il trattamento del tumore del polmone è stato in parte rivoluzionato dall’immunoterapia. Gli anticorpi monoclonali da soli o associati alla chemioterapia, sono diventati farmaci fondamentali nella terapia del tumore non a piccole cellule. In casi specifici, è possibile fare ricorso a trattamenti locali come la radioterapia stereotassica, l’ablazione con radiofrequenza (per distruggere il tumore con il calore), la terapia fotodinamica (si inietta un farmaco che viene poi attivato grazie alla luce di un broncoscopio e distrugge le cellule tumorali) e la terapia laser.
Tumore a piccole cellule: il trattamento più utilizzato per questo tipo di tumore è la chemioterapia, una scelta legata al fatto che nella maggior parte dei casi al momento della diagnosi sono già presenti metastasi in altri organi. I pazienti potrebbero trarre vantaggio dall’immunoterapia.
Nel tumore a piccole cellule la radioterapia viene usata in associazione alla chemioterapia oppure dopo la chemio per eliminare eventuali cellule tumorali residue. Viene spesso impiegata a livello del cervello per ridurre il rischio di metastasi in questo organo (molto comuni) o a scopo palliativo, cioè per ridurre i sintomi nei casi più avanzati. La chirurgia è indicata solamente in casi selezionati e si effettua molto raramente
dott. Pasquale Bacco
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